Amore, una parola imprecisa

Che quanto si narrava di quegli uomini dovesse corrispondere a verità, divenne chiaro il giorno che, all’arrivo di una volante della Polizia, Anna e Lilia videro tutti gli avventori sparire in meno che non si dica al piano superiore dell’armeria che si trovava alla porta accanto. Senza dimenticare di intimare prima alle ragazze che “Se ve lo chiedono, voi non avete visto nessuno”. Le due amiche, quel giorno, si sentirono molto importanti e furono quasi dispiaciute quando i poliziotti non fecero domande.
Anna, Lilia e Siria non erano le uniche ragazze che frequentavano quel bar. C’erano anche due italiane, una bionda dalla statura esile, che aveva la passione per le minigonne e lo smalto rosso fuoco, e una moretta con lunghi capelli ricci e un seno importante. Erano di qualche anno più grandi e spesso le si poteva veder ballare davanti al juke-box con movenze sensuali e non era insolito trovarle abbracciate a Bruno. Una volta una, una volta l’altra.
Anna trovava il loro atteggiarsi a femme fatale parecchio ridicolo e soprattutto le sfuggiva il tipo di rapporto amoroso che vigeva tra loro e Bruno. Non osava però ironizzare troppo sulla vicenda, perché l’unica volta che lo aveva fatto si era dovuta subire un lunghissimo sermone da parte di Ennio in cui le aveva chiarito che in quel posto nessuno era autorizzato a sbeffeggiare nessuno, e si era sentita un po’ scema.
Quello che non sapeva ancora era che l’unica forma di crimine non praticato da quegli uomini era lo spaccio di droga, in quanto ritenuto amorale. Tutto il resto, seppur illegale, era considerato lecito, ed era in quel tutto che si collocava il rapporto tra Bruno e le ragazze.
Solo quando, qualche settimana dopo, trovò la bionda e la mora che abbracciavano Davide, prima una e poi l’altra, e alcuni mesi dopo ancora i tre fratelli dal cognome importante, prima una e poi l’altra e prima uno e poi l’altro e l’altro ancora, e quando sempre più spesso si vide costretta a recuperare Siria, prima di lasciarla al portone di casa e in balia alle ire del padre siciliano, per infilarle la testa sotto l’acqua fredda, perché questa aveva trascorso il pomeriggio in qualche casa a bere e a giocare a strip poker con gli avventori del bar, le se insinuò il dubbio che amore era una parola piuttosto imprecisa che cambiava le sue sembianze a seconda di dove si trovava.
Lei però si sentiva al sicuro, fortunatamente era protetta dalla sua intelligenza e da quell’omone di Ennio che – così le sembrava – la considerava una sorella minore.

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